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Oltre 80 spettacoli e la scoperta del Polo Culturale, presto riconsegnato ufficialmente alla comunità mirandolese
Uno dei più antichi interrogativi filosofici è il socratico “che cos’è?”, ovvero qual è l’essenza e la virtù propria di ciò che ci circonda? Un’indagine che riguarda tanto gli oggetti quanto le persone, le realtà materiali e immateriali, il mondo della natura e quello del pensiero. Tutte le cose, allora, parlano di noi, specie se fanno parte non solo della quotidianità ma ancor più di una storia e tradizione comuni. Ecco perché l’ottava edizione del Memoria Festival, a Mirandola dal 26 al 28 maggio, ha scelto di raccontare L’Italia in 50 oggetti (e 50 istruzioni per l’uso), coinvolgendo ospiti e pubblico in un esercizio di riflessione che, con il consueto approccio multidisciplinare (letteratura, filosofia, antropologia, economia, scienze, sport, musica, cinema, spettacolo), inizia quest’anno per proseguire nel 2024, componendo una lunga pellicola di cui ciascun fotogramma, sia in positivo sia in negativo, restituirà una parte della nostra identità.
In Italia sono stati creati o inventati oggetti che hanno segnato la vita di tutti, come ad esempio la plastica, la pila, il motore a scoppio, il microchip, l’elicottero, il violino e il pianoforte, la pasta e la pizza. Qui sono nate la Ferrari ma anche la prima pistola a tamburo o rivoltella, si pensa all’Italia parlando di musica lirica come della conserva di pomodoro o del caffè, ma anche purtroppo della lupara. Questo speciale film della memoria ha come protagonisti oggetti, invenzioni, tipi e categorie associati al nostro Paese e che col tempo si sono identificati in concetti e comportamenti, virtù e pregiudizi, luci ed ombre: “cose” diventate strumenti per evocare idee e definirci, nel bene e nel male, in passato, oggi e nel futuro.
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Ultimo aggiornamento: 30-01-2024, 11:56