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MIRANDOLA, SCOPERTO IERI, 12 MAGGIO, DURANTE L’INAUGURAZIONE DELLA FIERA, IL PREZIOSO MOSAICO RAFFIGURANTE GIOVANNI PICO PRESSO IL PALAZZO EX SORELLE MARCHESI DI PIAZZA COSTITUENTE
Il drappo che lo ricopriva da qualche giorno è stato tolto ieri 12 maggio, poco prima dell’inaugurazione della 218^ edizione della Fiera cittadina, e il prezioso mosaico raffigurante Giovanni Pico della Mirandola è stato inondato dalla luce del sole pomeridiano. L’opera, collocata in un’apposita nicchia presso il palazzo Ex sorelle Marchesi di piazza Costituente, è stata realizzata da Budri Marmi e data "In dono all'incrollabile tenacia dei cittadini mirandolesi nel decennale del sisma". Un bel momento per la Città di Mirandola che ha visto la partecipazione per l’occasione, del Sindaco Alberto Greco, di Gianmarco Budri di Budri Marmi Luca Zaccarelli (di General Edil, ditta proprietaria del palazzo Ex Sorelle Marchesi) e Claudio Sgarbanti (Vice Presidente del Centro Internazionale di Cultura Giovanni Pico).
Storia della vetrata perduta riprodotta nel mosaico
Inizialmente si era pensato di riprodurre il Giovanni Pico raffigurato nella vetrata crollata della Chiesa di San Francesco come statua. Poi però, complici anche gli esosi costi di realizzazione della statua medesima, si è optato, su idea di Gianmarco Budri, per la creazione del Mosaico. La vetrata a colori originaria, eseguita dallo Studio Artistico Zennaro di Milano nel 1933, aveva come soggetto Giovanni Pico ne la “Fenice degl’ingegni”(1494). Il più grande filosofo mistico e genio enciclopedico del Rinascimento, grazie al quale Mirandola entra nella storia universale del pensiero umano di tutti i tempi a fianco di Dante Alighieri, è raffigurato in atto di preghiera con le mani giunte. Intorno gira invece il motto dello stemma domenicano “Veritas” (Verità), che ricorda l’assidua frequentazione di Pico dell’ambiente domenicano della Chiesa di San Marco a Firenze, durante il periodo di Savonarola, chiesa ove il filosofo riposa dalla morte, occorsa a 31 anni. Per la tradizionale fraternità tra i due Ordini Mendicanti - Domenicano e Francescano - ogni memoria domenicana si sposa sempre bene ai ricordi francescani. Fu specialmente quindi all’ombra della Chiesa serafica di San Francesco, che a Mirandola l’amore del sapere fu coltivato nei secoli passati. Sotto la scritta “Veritas” della vetrata andata perduta della Chiesa di san Francesco, infatti, compariva la scritta “Ut Cara Mirandulae Juventus Doctrina Et Moribus Floreat Semper” (Affinchè la cara gioventù mirandolese fiorisca sempre per dottrina e sani costumi).
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Ultimo aggiornamento: 30-01-2024, 11:56