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Si sono svolte nella mattinata odierna, Venerdì 10 Febbraio, le commemorazioni ufficiali del “Giorno del Ricordo a Mirandola”. Il Sindaco Alberto Greco, ha deposto una corona di fiori – come da recente tradizione – presso la targa della Via dedicata ai Martiri delle Foibe a San Giacomo Roncole. Una cerimonia svolta sotto una pioggia battente che non ha impedita una convinta presenza di autorità e di cittadini. Assieme al Primo Cittadino, presenti i consiglieri Comunali Guglielmo Golinelli, Marcello Furlani e Fulvio Diazzi, e Massimo Marchesi, in rappresentanza del Circolo di Fratelli d’Italia Mirandola.
“Sono passati quasi vent’anni da quando il Parlamento istituì, con un’ampia maggioranza, il Giorno del Ricordo: un momento di riflessione, dedicato al percorso di dolore inflitto agli italiani di Istria, Dalmazia, Venezia Giulia sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi nella drammatica fase storica legata alla Seconda Guerra Mondiale e agli avvenimenti a essa successivi – ha aperto nel suo discorso in Via Martiri delle Foibe, il Sindaco Alberto Greco - Mirandola riconosce il 10 Febbraio quale tappa fondamentale per conservare e rinnovare nelle giovani generazioni la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Un discorso appassionato, quello tenuto dal Sindaco Alberto Greco, prima della benedizione impartita da Don Fabio (parroco del Duomo di Mirandola), che volutamente ha sottolineato lo sforzo di tutte quelle anime che nei decenni precedenti impegnarono risorse ed energie per dare, alle vittime della barbarie titina, una legittimazione istituzionale. “La legge sul “Giorno del Ricordo” ha avuto, seppur con storico ritardo, il merito di rimuovere definitivamente la cortina di indifferenza e, persino, di ostilità che, per troppi anni, ha avvolto le vicende legate alle violenze contro le popolazioni italiane vittime della vile ed indiscriminata repressione comunista. Negli ultimi decenni la ricerca storica ha prodotto risultati notevoli: La furia dei partigiani titini si accanì, in modo indiscriminato ma premeditato e programmato, su tutti: su rappresentanti delle istituzioni, su militari, su civili inermi incluse le donne e i bambini, su sacerdoti, su intellettuali, su partigiani antifascisti, che non assecondavano le mire espansionistiche e criminali di Tito o, più semplicemente, chiunque non accettasse di sottomettersi al regime comunista. Le violenze anti-italiane di quel tempo non ebbero alcuna motivazione, se non l’inammissibile sete di vendetta tradotta in episodi di ferocia sommaria. Una ragione in più per non dimenticare questa triste pagina del nostro Paese: perchè certe atrocità, al di fuori di qualsiasi convinzione e credo politico/ideologico, non vengano più negate e soprattutto si ripetano mai più”.
Al termine della commemorazione tutti i presenti, su invito del Sindaco, hanno aderito alla proposta di recarsi presso la strada intitolata a Norma Cossetto (zona Stazione delle Corriere – traversa di Via 29 Maggio) per deporre una rosa rossa. Ultima tappa della mattinata, è stata vissuta presso il Polo Culturale “Il Pico”, all’interno del quale l’Amministrazione – rappresentata dal Sindaco Greco, dalla Vice Sindaco Letizia Budri, la Presidente del Consiglio Comunale Selena De Biaggi e dall’Assessore alla Cultura Marina Marchi – hanno preso parte all’inaugurazione della mostra “Profughi del Silenzio”. Un racconto, reso possibile attraverso i documenti e le foto del Villaggio San Marco” (ex campo di concentramento di Fossoli), della storia dell’esodo delle popolazioni di Istria e Dalmazia.
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Ultimo aggiornamento: 12-02-2024, 10:23