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Alberto Greco (Sindaco di Mirandola): “Un pensiero va ai militari, uomini e donne, oggi lontani dalle loro case e dai loro affetti perchè impegnati nelle missioni di pace

Si sono svolte nella mattinata di oggi – Sabato 4 Novembre 2023, presso il Cimitero Monumentale di Mirandola – le celebrazioni per il 4 Novembre: giornata dedicata all’Unità Nazionale e alle Forze Armate del Paese. Una celebrazione, quella scelta dall’Amministrazione, volutamente sobria ed essenziale, ma capace di catalizzare quanta più attenzione possibile su una ricorrenza fra le più sentite, utile a ricordare il sacrificio estremo - di uomini e donne - che ha consentito ai contemporanei di poter godere di una pace piena e duratura sul territorio della Nazione.

Di seguito si allega il testo completo dell’intervento del Sindaco di Mirandola Alberto Greco.

“Mirandola, l'Italia e il mondo intero, dopo essersi a fatica ripresi dalla pandemia, si ritrovano comprensibilmente preoccupati dai persistenti venti di guerra che prima dall'Ucraina e successivamente dalla Striscia di Gaza stanno facendo precipitare il mondo in una situazione conflittuale sempre più estesa su larga scala.

Il Giorno dell'Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate, che celebriamo il 4 novembre, scandisce un momento importante e imprescindibile della nostra storia.
La vittoria insieme agli Alleati contro gli Imperi Centrali, che poneva fine alla tragedia della Grande Guerra, segnava anche l’approdo della nostra lotta risorgimentale iniziata decenni prima. Un percorso lungo, sofferto, costato sacrifici, dolore, lutti ma costellato di eroismo, di speranze, di impegno per la libertà, di amore per la nostra Patria.
È con questo spirito e con questa consapevolezza che oggi celebriamo la giornata dedicata all’Unità nazionale e alle nostre Forze Armate.
Milioni di vite spezzate, sacrificate. Giovani che non hanno avuto la possibilità di veder realizzato il futuro che avevano sognato. Genitori che li hanno pianti, mogli e figli che hanno atteso invano sposi e padri che non sarebbero mai tornati alle loro case. La nostra storia, anche quella della nostra Mirandola, è frutto anche di quel dolore. Un sacrificio altissimo del quale, col passare degli anni, abbiamo il dovere di fare memoria.
Quelle morti non sono state vane. Pur nella consapevolezza di quanto sia terribile la guerra si è radicato nel cuore della nostra Italia il dovere ineludibile della pace. Non è un caso se a sognare e a costruire i pilastri dell’unità europea sia stata la generazione che avvertiva le cicatrici dei due conflitti mondiali. E l’unità europea, che ha visto collaborare in spirito di amicizia Paesi e popoli che si erano contrapposti e combattuti, è stata il presidio più forte per garantire pace, sicurezza, prosperità e sviluppo al nostro Continente.
L’Italia ha fornito uno straordinario contributo affinché ciò fosse possibile.
Ci siamo, forse, abituati alla pace, considerandola una cosa scontata: quasi dovuta. L’Europa unita è stata per settant’anni l’antidoto più forte a egoismi e alle spinte autoritarie. Diverse generazioni sono nate e cresciute in un Continente che sembrava aver cancellato non soltanto la parola guerra ma anche persino la sua memoria. Poi improvvisamente la guerra - la tragedia della guerra – è riapparsa, toccando e lambendo anche il nostro Continente. Assume dunque un significato speciale questa celebrazione del 4 novembre, giornata nella quale l’Italia si stringe, con riconoscenza, attorno alle sue Forze Armate. Nessuno più degli uomini e delle donne in divisa conosce il valore della pace e cosa significhi metterla a rischio. Desidero esprimere vicinanza e apprezzamento ai nostri militari che sono lontani da casa, impegnati nel quadro delle missioni internazionali e a tutti coloro che operano sul territorio nazionale garantendo la nostra sicurezza. Altruismo, coraggio, spirito di sacrificio, amore per la nostra Patria e per la nostra gente: questi valori sono quel che caratterizza le nostre donne e i nostri uomini che indossano con onore la divisa e che, con il loro impegno e con le loro storie, hanno contribuito alla costruzione della nostra unità, a quella che oggi chiamiamo Repubblica Italiana”.

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Ultimo aggiornamento: 30-01-2024, 11:56